Chi si aspettava un Foggia aggressivo sin dal primo minuto di gioco, capace di imporre il proprio gioco è rimasto deluso, o forse se lo aspettava considerando il fattore psicologico di una squadra che ora ha solo bisogno di trovare tranqullità e sostegno dei suoi tifosi per evitare situazioni spiacevoli. Il Foggia non ha benzina nel motore, non ha gioco, vive sulle individualità, su alcuni spunti personali di qualche calciatore che forse credeva di venire a fare una passeggiata a Foggia. E’ anche vero che quando si inizia una cura su un malato grave ci vuole del tempo prima di rimetterlo in piedi e magari renderlo competitivo, ma del Foggia ad Avellino non abbiamo avuto traccia neanche di un debole segnale di vita. I cambi tra il primo ed il secondo tempo testimoniano la necessità di provare i calciatori, sotituendo quelli che non hanno particolarmente brillato nel primo tempo in particolar modo Millico. Ancora una volta siamo costretti a sottolineare una totale incapacità di aggredire l’avversario a centrocampo per oltre cinquanta minuti di gioco e di mettere in atto fasi di gioco propositive in avanti. Insomma, il nulla o quasi. Continuiamo a sottolineare un tono atletico molto inferiore rispetto a tutti gli avversari incontrati fino ad oggi. La conferma arriva dai numerosi falli che hanno prodotto ammonizioni a grappoli ed una espulsione perchè sempre in ritardo sull’avversario.