Frode per 40 milioni di euro. La Finanza scopre vendita di pneumatici con “raggiro” dell’IVA

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Ad interessarsi della vicenda è stata anche l’ufficio di Torino della Procura Europea, tanto che questa mattina i dettagli dell’operazione sono stati forniti proprio dal Procuratore Europeo per l’Italia, Andrea Venegoni. Sono 5 le misure cautelari (2 in carcere, 2 ai domiciliari ed un obbligo di dimora nel comune di residenza) emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia mentre ad eseguire i provvedimenti sono stati i finanzieri di Foggia e Genova. I soggetti coinvolti sono accusati di associazione per delinquere e frode fiscale, mentre una società cooperativa di Foggia è coinvolta per responsabilità amministrativa. Secondo gli inquirenti l’organizzazione avrebbe operato per la vendita di pneumatici online compiendo una ingente frode Iva. Dieci gli Stati dell’Unione Europea coinvolti, mentre 5 quelli extra Europa, mentre risultano sequestrati beni per 40 milioni di euro, importo che corrisponderebbe alla maxi frode.
Secondo gli inquirenti erano state create delle società di puro artificio localizzate alle Isole Canarie in Spagna, alle quali erano formalmente riconducibili le piattaforme web di e-commerce per la vendita di pneumatici. Attraverso tali siti web, gli utenti (prevalentemente cittadini italiani) effettuavano i propri ordini, che venivano trasmessi ad ulteriori società schermo localizzate in altri Paesi dell’Unione Europea (Romania, Estonia, Ungheria e Bulgaria) riconducibili ai medesimi indagati. Queste ultime si occupavano di comunicare ai reali fornitori degli pneumatici, estranei al meccanismo di frode, l’entità dell’ordine e la destinazione dello stesso. La merce veniva quindi spedita dal fornitore reale al consumatore finale italiano, senza transitare in alcun modo attraverso le società formalmente interposte nella transazione. E per finire, le società localizzate alle Isole Canarie emettevano quindi nei confronti del consumatore finale una fattura senza applicazione dell’I.V.A..
Secondo i risultati delle indagini, dal 2017 l’organizzazione indagata ha generato un fatturato di circa 180 milioni di euro.

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